venerdì 28 novembre 2008

Neve

La capacità di trasporre immediatamente il lirico nel concreto mi è completamente estranea.
Come per il discorso su quantità e qualità, non so se ritenerlo un bene o un male, un lato poetico del mio carattere o la peggior disgrazia esistenziale, ma sta di fatto che il mio senso del pratico fa acqua da tutte le parti.
Per cui questa mattina, quando mi sono svegliata, guardando fuori dalla finestra con la mia tazzona di latte bollente in mano, nonostante lo scenario commovente ma climaticamente ostile, non calcolavo certo che per recarmi sul posto di lavoro avrei dovuto strappare brandelli di strada alla tormenta, indossando gli stivalacci di gomma e percorrendo quel mezzo Km che da casa mia arriva all'ufficio sommersa nella neve fino a metà ginocchio, tentando pure di evitare a balzelloni pericolosissimi le orde di deficienti senza controllo sui loro mezzi ruotati, e giungendo infine alla meta tutta bianca come una meringa per effetto del terribile controvento.
Com'è ovvio, il mio stoicismo è stato del tutto vano.
Nessun ardito compratore di case oggi ha avuto la temerarietà di avventurarsi fino alle soglie di via nizza civico 23.
In compenso, la mia disgraziata vena poetica esistenziale, mi ha almeno permesso di godermi con diabolico sogghigno lo "spettacolo d'arte varia" dell'uomo schiacciato da uno starnuto della natura, il circo massimo degli acquesi sprofondati nel più totale panico da cataclisma per quei placidi e meravigliosi 30 cm di neve.
..

1 commento:

cristianaeffe ha detto...

It's wonderful, per l'appunto.