lunedì 24 novembre 2008

Privilegi

La qualità delle cose (e dopo innumerevoli elucubrazioni in materia non ho ancora capito se è un bene o un male), non necessariamente va di pari passo con la loro quantità.
Ad esempio, può capitare di trovarti per caso una domenica sera al Maltese, assieme al Calo e a un paio di amici, ad ascoltare il concerto country-rock di un frickettone sorridente di nome Johnny Kaplan, che nella sua vita musicale è passato attraverso collaborazioni occasionali con alcuni discreti musicisti di fama universale (keith richards, dee dee ramone, ben harper, wilco, nora jones....così, tanto per citarne un paio).
Accompagnato da un bassista che non sa se sembrare un taleban o gesù cristo, da uno slide-guitarrista che pare il gatto Doraemon vestito da hippy, e da un ragazzotto prodigio reclutato qualche ora prima alla batteria, il buon Johnny suona, ringrazia, si assicura che ci stiamo divertendo, si fa offrire qualche sigaretta, si dilunga in un saggio fenomenologico sul chupito, sparacchia battute americanissime, ride alle nostre, e quando non esegue pezzi suoi, passa con disinvoltura da Neil Young a Tom Petty ai Byrds di Easy Rider, in una semi-improvvisata sessione elettrica che noi gente di gran senso nostalgico apprezziamo di cuore.
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In poche parole...una serata di qualità.

Niente di strano, quindi, non fosse che laddove a rigor di logica il locale dovrebbe essere pieno, attorno al palco assieme a noi 4 ci saranno giusto altre 7-8 anime affini che assistono godute all'esibizione.

Così, quando finisce il concerto e ti guardi attorno nella penombra rassicurante della sala, quantitativamente parlando, ti senti un povero stronzo abbandonato dal resto del mondo (che probabilmente nello stesso momento sta sbarellando davanti all'ennesima esibizione dell'ennesima cover-band del Liga in provincia), ma qualitativamente parlando sai di essere un maledetto privilegiato, e ti tieni ben strette quelle due ore domenicali di calore musicale e umano, quell'intimità comunitaria immediatamente condivisa con la rada e fortunata fauna seduta vicino a te.

Peccato che con i 10 euro (con consumazione) dei privilegiati, i gestori dei locali non ci facciano la spesa al bennet.
Peccato che in termini di quantità, la qualità abbia sempre un prezzo troppo alto e che, di conseguenza, la quantità della qualità sia sempre più drasticamente esigua.
Ciò nonostante, ne resto una fedele fruitrice e sostenitrice, e ringrazio i ragazzi del Maltese che lo hanno invitato e il buon Johnny che con l'allegria di un Mark Olson ringiovanito ha suonato per noi nel salotto di casa.
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2 commenti:

calo ha detto...

sarà che sto diventando decisamente elitario...sarà che probabilmente lo sono sempre stato, non avendo mai nutrito il culto estetico della "massa", che mi ha sempre fatto pensare al "1984" Orwelliano (che era socialista e libertario e quindi antifascista/antistalinista)...
mi sembra però che la GGENTE (con due G) sia ben felice di farsi fottere insieme al pensiero critico anche un barlume di senso estetico per le cose...le persone vivono una vita di merda perchè,sostanzialmente, gli viene propinata tonnellate di merda.
Anche noi non ce la passiamo bene, ma almeno proviamo a rendercene conto...proviamo a difendere ed arivendicare un immaginario NOSTRO, magari da condividire con altri 7/8 disadattati come noi...ma a questo punto direi che possa bastare dirci pochi si, ma almeno buoni!

Ila ha detto...

si, appunto. pure noi disadattati c'abbiamo i nostri privilegi, e guai a chi ce li tocca.
In effetti a pensarci credo che derivino per la maggior parte proprio dall'amatodiato senso di CONSAPEVOLEZZA...altra cosa che ogni tanto mi pare più un danno che un guadagno, ma a cui non rinuncerei per tutta la serenità del mondo.